Avezzano. Una lettera all’amministrazione provinciale per chiedere che tutta l’area in cui è avvenuto un episodio di violenza che li ha turbati, e non poco, venga messa in sicurezza.
Gli studenti del Liceo Scientifico Vitruvio Pollione rompono il silenzio assordante che è seguito alla notizia della violenza sessuale che c’è stata all’interno dell’aula magna in costruzione e praticamente abbandonata dalla istituzioni. Un posto in cui dormono senzatetto, in cui spacciano droga, in cui si fuma crack e altro.
Il tutto, all’interno della recinzione della scuola, in un cantiere che rischia di passare come l’ennesima opera incompiuta di Avezzano, visto che non è un segreto per nessuno che la provincia, a cui fanno capo le scuole superiori, non ha disponibilità finanziarie per ultimare i lavori.
“Già qualche giorno fa”, spiega uno dei quattro rappresentanti d’istituto, Federico Laguzzi, “siamo andati a parlare con il preside per gli spiacevoli avvenimenti accaduti sotto il nome della nostra scuola. Il direttore scolastico, Francesco Gizzi, era già a conoscenza della situazione di degrado che regna all’interno del cantiere dell’aula magna, infatti si è già mobilitato scrivendo una lettera alla provincia, allegando le foto dei danni arrecati agli infissi e alla struttura dagli incivili che vi si sono intrufolati all’interno, scattate dal professor Di Bastiano. Gizzi ha parlato telefonicamente con un responsabile della provincia, il quale naturalmente gli ha confermato la mancanza di fondi per completare la struttura internamente, in quanto oltre ai danni fisici e agli spiacevoli episodi avvenuti al suo interno, sono stati rubati tutti i collegamenti in rame predisposti per gli impianti che la struttura stessa necessita. I fondi che la provincia ha sbloccato sono soltanto per sistemare l’esterno dell’aula magna, ma naturalmente il tutto sarà successivo ad una nuova gara di appalto. Nonostante ciò, l’unico intervento di emergenza che la provincia può fare tempestivamente, sarebbe chiudere la struttura con dei pannelli appositi e cercare ‘di tappare i buchi’ della recinzione, dai quali si intrufolano gli ospiti poco graditi”.
“Noi non ci fermeremo, solleciteremo in tutti i modi la provincia a concederci un incontro per evitare il ripetersi del triste accaduto. Tutti insieme, come istituto qualificato, non dobbiamo permettere a nessuno di infangare il nostro nome”, conclude Laguzzi, “questa mattina ci riuniremo con tutti gli altri rappresentanti e scriveremo una lettera con una richiesta formale alla provincia”.