Voragini e frane nel Fucino. Ancora da ripristinare Strada 1

La frana ha destato preoccupazione tra i residenti della zona, teatro già in passato di fenomeni simili

Avezzano – Non è ancora pienamente percorribile la Strada 1 del Fucino, interessata dalla frana di una parte della carreggiata, avvenuta circa tre settimane fa, con il cedimento della condotta fognaria.

Il tratto è stato messo in sicurezza, ma non ancora pienamente ripristinato. La zona nella quale si è verificato il dissesto è in prossimità dell’incrocio con via del Pollaiolo, a Borgo Incile; l’evento ha generato viva impressione tra gli abitanti della frazione, teatro anche nel recente passato di episodi simili.

“ Siamo fortemente preoccupati”, ha detto G.V., residente a Borgo Incile, “ Si aprono buche profonde e come vedete vere e proprie voragini, non si capisce quanto sia stabile il terreno qui e cosa si possa fare per stare un po’ più sicuri, se qualcosa si può fare, poi. Per noi che viviamo qui certe volte è come immaginare di camminare sopra dei gusci d’uovo, si ha il pensiero certe volte che ci si possa ritrovare in una buca all’improvviso. Vede? Poteva capitarci qualche ragazzino, giocando qui intorno”, continua, mostrandoci una profonda buca apertasi nei mesi scorsi – a seguito di un nubifragio – proprio di fianco a delle costruzioni, in un terreno adiacente alla Circonfucense.

“ Oppure dopo l’incrocio, nella voragine in cui è sprofondata la condotta, poteva finirci una macchina. Sono venuti tanti tecnici e anche geologi l’anno scorso, ma alla fine non abbiamo avuto più notizie. Sappiamo che questa è una zona particolare, anche per tutte le opere che vi sono state fatte per il prosciugamento, ma vorremmo anche sapere, dalle rilevazioni che hanno fatto, se ci sono zone più pericolose e cosa possiamo fare al riguardo. Intanto, aspettiamo che rimettano a posto la strada”.

All’inizio dell’estate scorsa, in un terreno di proprietà privata, sito nei pressi di via del Pollaiolo, si era aperta una voragine ampia oltre tre metri che, a seguito dei nubifragi dello scorso ottobre, si era ulteriormente ampliata. La frana aveva riportato alla luce un antico pozzo che, secondo i geologi intervenuti, sarebbe uno di quelli scavati lungo l’emissario che permette il deflusso delle acque del Fucino verso il fiume Liri.

Allo studio anche l’ipotesi che potesse trattarsi di un’opera originariamente fatta eseguire dall’imperatore Claudio nel tentativo fallito di prosciugare il lago del Fucino: come i cunicoli di Claudio,molte delle opere eseguite dai romani furono utilizzate dagli ingegneri del principe Torlonia per realizzare l’opera.

Da tempo nel Fucino vengono segnalate buche profonde e vere e proprie voragini che si aprono all’improvviso, spesso precedute da particolari gorgoglii provenienti dal terreno e un forte odore di gas, come avviene da anni in una zona nei pressi di Strada 38, oggetto di studio da parte degli ‘addetti ai lavori’ dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, geologi ed esperti della Protezione civile. Una delle cause di questi fenomeni, secondo gli esperti, sarebbe lo sfruttamento indiscriminato delle falde acquifere.

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